Champagne, una scuola per lo sviluppo sostenibile grazie a un approccio collettivo

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La sfida dello sviluppo sostenibile è universale e riguarda tutte le scale geografiche e industriali. Il settore dello Champagne ha scelto di raccogliere questa sfida impegnandosi a fondo per raggiungere un obiettivo ambizioso: ottenere il 100% di certificazione entro il 2030. Produrre collettivamente nel massimo rispetto dell’ambiente è diventato un dovere per questa rispettatissima denominazione d’origine controllata.

La Champagne ospita 16.000 viticoltori, 140 cooperative e 360 case vinicole. Tutti risentono degli effetti del cambiamento climatico. Ecco perché il Comité Interprofessionnel des Vignerons de Champagne (CIVC) ha fissato un obiettivo ambizioso: ottenere la certificazione per tutti gli attori dell’industria dello Champagne, nota anche come azienda dello Champagne, entro il 2030.

Sebbene il settore sostenga gli operatori del settore vitivinicolo nel loro approccio, questo impegno rimane una scelta individuale. L’obiettivo è che ogni operatore si impegni a seguire un approccio in linea con i propri vincoli, che si tratti di Viticoltura Sostenibile in Champagne, Alto Valore Ambientale o Agricoltura Biologica. L’idea è quella di riuscire a coinvolgere tutte le parti interessate per creare un impatto.

Viticoltori, cooperative e cantine uniscono le forze per raggiungere questo obiettivo comune. Il termine comunità riflette l’interconnessione e l’interdipendenza degli attori del settore. La percentuale di certificazione raggiunta dalle cooperative dipende dalle pratiche dei viticoltori che le riforniscono di uva, mentre i viticoltori beneficiano dei requisiti e del supporto educativo e finanziario delle cooperative.

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Comunità interna

Ad esempio, le case vinicole istituiscono programmi di sensibilizzazione e sostegno per incoraggiare i viticoltori ad adottare pratiche sostenibili. Ai viticoltori che forniscono uve certificate viene corrisposto un premio che li incoraggia a essere più responsabili. Allo stesso tempo, alcuni viticoltori indipendenti stanno sperimentando soluzioni nei loro appezzamenti per affrontare le sfide ambientali.

L’approccio collettivo è giustificato dall’intensa comunicazione che consente di condividere le conoscenze tra i viticoltori. Tutti possono condividere le proprie esperienze e i risultati ottenuti con le diverse pratiche, incoraggiando l’adozione di nuovi metodi. Questa comunicazione offre anche un supporto educativo, finanziario e amministrativo durante tutto il processo di certificazione.

Comunità esterna

Sebbene questo approccio collettivo sia principalmente interno all’industria, ha anche una significativa dimensione esterna. Alcune aziende produttrici di Champagne e il CIVC stanno collaborando con enti esterni per adottare pratiche più eco-responsabili, coinvolgendo i fornitori di trasporto, bottiglie e cartoni, nonché università ed esperti che sviluppano soluzioni innovative.

Ad esempio, il Mumm e Perrier-Jouët sono partner ufficiali di TOWTleader nel settore delle navi da carico a vela per il trasporto marittimo.

D’altra parte, alcune associazioni per la tutela del patrimonio storico operano nella Champagne per preservare la storia della regione, come la conservazione di Notre Dame des Vignes e la ricostruzione delle cabotes.

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Questo approccio collettivo adottato nella Champagne indica chiaramente la strada da seguire per un futuro verde e responsabile, volto a preservare il patrimonio della Champagne.

Fonti: tesi di Master di Flavie Mamin 2024 e Comité Interprofessionnel des Vins de Champagne (CIVC)